Per secoli, i benefici terapeutici dell’uva e di altri sottoprodotti sono stati usati per scopi medici. Tuttavia, pochi studi sono stati condotti sui potenziali benefici dei sottoprodotti della vite. Le foglie di vite, un prodotto di scarto della pianta, sono anche esse una ricca fonte di polifenoli e altri composti terapeutici che agiscono su diversi sistemi biologici. Le foglie di vite, ad esempio, sono state comunemente usate per fermare l’emorragia, alleviare il dolore, l’infiammazione e la diarrea. La vite è coltivata in diverse regioni di tutto il mondo, laddove il clima è principalmente temperato, con piogge adeguate, estati calde e secche, e inverni miti. Clima, suolo, metodo di coltivazione e diverse cultivar sono determinanti per la costituzione fitochimica della vite. Questi composti fitochimici includono una varietà di acidi organici bioattivi, che comunemente sentiamo nominare, come l’acido malico, ossalico, fumarico, ascorbico, citrico, linoleico e tartarico, vitamina E, terpeni, tannini, carotenoidi e polifenoli, che sono stati evidenziati per il loro effetto benefico sulla salute umana. I polifenoli presentano attività biologiche come effetti antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali, antimicrobici, cardioprotettivi e antiaging. Le proprietà terapeutiche dei polifenoli sono state correlate alla loro struttura chimica e alla capacità di agire neutralizzando i radicali liberi e non solo. Le malattie epatiche alcoliche e non alcoliche sono state correlate all’esposizione cronica a fattori di rischio come alcol, fumo di tabacco, droghe, inquinanti ambientali e irradiazione. È noto che questi fattori di rischio promuovono un’eccessiva formazione di specie reattive dell’ossigeno e dell’azoto e possono provocare danni ossidativi nel fegato.
Diversi studi hanno evidenziato alcuni cambiamenti morfologici e biochimici da parte di sostanze epatotossiche e l’effetto protettivo degli estratti di foglie di vite. Tra le malattie gastrointestinali, la prevalenza e l’incidenza di gastrite, ulcere peptiche e malattie infiammatorie intestinali sono aumentate negli ultimi anni, associate al consumo di alimenti trasformati e allo stile di vita. L’attivazione delle vie infiammatorie è il meccanismo patologico comune di queste malattie. In questo contesto, l’attività biologica dell’estratto acquoso di foglie di vite è stata valutata anche nell’infiammazione gastrica. Gli estratti di foglie di vite hanno compromesso il fenomeno infiammatorio delle cellule epiteliali gastriche. Le proprietà antinfiammatorie dei flavonoidi e di altri componenti delle foglie di vite contribuiscono anche al meccanismo cardioprotettivo e rischio cardiovascolare. Nell’insufficienza venosa cronica, migliora la microcircolazione cutanea e l’apporto di ossigeno. Ancora l’estratto di foglie di vite è stato studiato nelle donne nella terapia ormonale sostitutiva a lungo termine con flebopatia degli arti inferiori. Gli effetti benefici delle foglie di vite agiscono anche a livello del sistema nervoso centrale riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione in patologie come Parkinson, Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Le foglie rimangono un prodotto di scarto di molte coltivazioni di vite, sebbene mostrino un’attività antiossidante dieci volte superiore rispetto al succo d’uva o alla polpa. Possono essere consumate in salamoia o sotto forma di involtini ripieni con riso, succo di limone, cipolla rossa, olio extravergine di oliva, sale, menta e aneto prodotti tipici della cucina ellenica. Le foglie vanno raccolte nel mese di maggio, previo trattamenti anticrittogamici ed antiparassitari, e diversi sono i metodi di conservazione, affinché questo prodotto possa essere consumato in gran parte dell’anno