Il luppolo, vegetale spontaneo noto fin dai tempi dei Sumeri contiene una miriade di principi attivi, molti dei quali aromatici. I suoi costituenti principali sono infatti oli essenziali, aldeidi, esteri, tannini, ma anche sali minerali, sostanze amare quali umulone e lupulone, e flavonoidi dall’azione antiossidante.
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In primo luogo il luppolo viene utilizzato per il trattamento dell’insonnia di origine nervosa, contro gli stati di ipereccitabilità e di tensione: in primavera, tutti attraversiamo momenti di stress durante i quali possiamo soffrire di insonnia, oppure riposare male; un riposo insufficiente è causa di ulteriore stanchezza e può portare anche a una riduzione delle difese immunitarie. In questi casi si può approfittare dell’effetto sedativo del luppolo, che sembra sia dovuto al prodotto di ossidazione dell’umulone e del lupulone.
Per cercare di ovviare alla stanchezza tipica del periodo, possiamo preparare in casa un infuso di coni di luppolo, da bere tutte le sere, per almeno una settimana, magari dolcificando con miele di tiglio o di fiori d’arancio, che potenziano l’azione rilassante e sedativa dell’infuso.
Si prepara versando 250 ml di acqua bollente su 5 g di coni di luppolo (in erboristeria, ma si trova fresco anche in campagna) e lasciando riposare per 10 minuti. Poi si filtra e se ne consumano due tazze al giorno a digiuno, pomeriggio e sera.
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L’alternativa. Si può preparare un altro infuso con 20 g di coni di luppolo, 50 g di fiori di camomilla, 20 g di passiflora, 10 g di petali di papavero selvatico. Si miscelano le erbe e se ne prendono due cucchiai sui quali verseremo 100 ml di acqua bollente. Si filtra e si beve la sera, con poco miele.
Il luppolo esiste per usi erboristici anche in estratto secco: un opercolo la sera, prima di coricarsi.