La frutta è un alimento da privilegiare a tavola. Esperti e studi scientifici dicono che consumarne un paio di porzioni al giorno protegge la salute e difende dall’aumento di peso, dal colesterolo e da tanti altri disturbi e malattie, che accorciano le aspettative di vita. Consumata a colazione, garantisce dosi elevate di energia e grazie anche alla ricchezza di acqua e fibre promuove la sazietà. Mangiata come spuntino, blocca la fame, mentre dopo pranzo o cena facilita la digestione e l’assorbimento di minerali preziosi, tra cui il ferro. E gli italiani ne sono sempre più consapevoli. Lo evidenzia una recente ricerca condotta da BVA-Doxa commissionata da Babaco Market, il delivery 100% made in Italy di frutta e verdura fuori dall’ordinario che combatte lo spreco che si origina dal campo al mercato, che ne ha messo in luce le abitudini di consumo. Oltre il 60% dichiara di amare la frutta fresca e di consumarla tutti i giorni. Tra le varietà maggiormente apprezzate ci sono le fragole, le banane, le pesche, le ciliegie insieme al melone e all’anguria e infine, le mele. Ma è da preferire la frutta intera, in macedonia oppure da bere? Ecco qual è meglio consumare.

 


La frutta intera è quella che garantisce i maggiori vantaggi per la salute e un migliore effetto saziante. «Oltre a essere fonte di fibre, presenti soprattutto nella buccia, che rendono meno rapido l’assorbimento degli zuccheri e favoriscono la proliferazione di tutti quei batteri benefici che vivono nell’intestino, rafforzando il sistema nervoso, digestivo, immunitario ed endocrino, la frutta fresca intera vanta un maggiore apporto di antiossidanti compresi l’acido ascorbico e i tocoferoli, in grado di spazzare via i radicali liberi e proteggere dallo stress ossidativo, dall’infiammazione e dall’invecchiamento» dice la nutrizionista Maria Rosaria Baldi. «Apporta poi importanti minerali e oligoelementi, compreso lo zinco, il ferro, il cromo di cui spesso la dieta è carente, oltre a polifenoli, enzimi digestivi e composti vegetali utilissimi per la salute del fegato e dell’intestino».


La frutta tagliata a pezzi e consumata in macedonia è super sfiziosa, ma perde una parte delle proprietà del frutto intero. «La colpa è dell’esposizione all’ossigeno: il contatto con l’aria cambia il colore e tende a ossidare la frutta, diminuendo innanzitutto il suo potere antiossidante dato da sostanze preziose tra cui la vitamina C» dice la nutrizionista Maria Rosaria Baldi. «In più gli zuccheri naturali presenti nella frutta diventano più facilmente assorbibili dall’organismo e hanno un effetto peggiore rispetto a quelli presenti nella frutta fresca intera sulla glicemia, soprattutto se si tratta di frutti altamente zuccherini tra cui le banane, l’uva, l’anguria, il melone. Per questo motivo è bene considerare la macedonia più simile a un dessert e consumarla in piccole quantità e non di frequente, sia dopo i pasti principali sia come spuntino, meglio ancora se con l’aggiunta di qualche noce, mandorla o pistacchio che per via dei loro grassi essenziali rendono meno rapida l’assimilazione degli zuccheri».

 

La frutta da bere perde gran parte delle proprietà benefiche presenti nel frutto intero, soprattutto se si tratta di succhi ed estratti. «Questi mix contengono meno fibre, preziose non solo per l’equilibrio e la regolarità dell’intestino, ma anche per rendere più lenta la digestione del fruttosio e degli altri zuccheri della frutta, che consumati in gran quantità possono favorire l’insorgenza di diabete di tipo 2, il sovrappeso e tanti altri disturbi. Anche parte del contenuto di antiossidanti tra cui i caroteni, alcune vitamine del complesso B e la vitamina C, di cui la frutta è fonte si riducono. Quindi, meglio consumare la frutta da bere con moderazione e mai come alternativa a quella fresca intera» precisa l’esperta.