Non si è ancora tornati sui livelli del 2019, ultimo anno prima delle chiusure dovute all’emergenza sanitaria, ma certamente il 2022 ha rappresentato per i centri sportivi che svolgono attività legate al fitness l’anno della vera ripartenza. Manca un buon 20% circa per rivedere i fatturati del periodo pre-pandemico, ma si può parlare, vista la crescita del 16% sul 2021, di un anno di piena ripresa. Ed è ciò che tutto il comparto del fitness e delle attività sportive, che si riunirà dall’1 al 4 giugno a RiminiWellness, stava aspettando.

Quello organizzato da Italian Exhibition Group al polo fieristico di Rimini – e che rappresenta il più importante evento europeo capace di richiamare ogni anno migliaia di aziende, professionisti e appassionati di fitness – fotografa un settore di nuovo in salute. Nel 2021 gli italiani che si sono iscritti in palestra per migliorare il proprio fisico o anche solo per socializzare sono stati circa 5,5 milioni, l’8,3% della popolazione residente. Ma sono ben oltre i 18 milioni gli utenti che ogni anno frequentano i 5.200 grandi impianti sportivi (come, ad esempio, palazzetti e piscine) del Paese, le 5.500 palestre, i quasi 5.000 club, per un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro e un giro d’affari complessivo, considerando l’indotto di circa 25 miliardi di euro: l’1,6% del Pil nazionale.

Per il proprio benessere fisico nel 2022 gli italiani hanno speso in media 458 euro. Una cifra ancora più alta per chi ha scelto di praticare attività fisica in palestre, piscine e centri sportivi: 483 euro. L’importo è destinato a salire nel 2023 fino a 600 euro se si vedranno confermate le previsioni per l’anno in corso. A dettare l’incremento sarà, sì, una maggiore propensione allo svolgimento di attività wellness e fitness ma anche l’incremento medio delle tariffe dovute alla forte spinta inflattiva dell’ultimo anno e mezzo.

In una classifica europea che vede la Finlandia in testa, con il 71% degli abitanti che svolge regolarmente attività sportiva, seguita da Lussemburgo (63%) e Olanda (60%), l’Italia si ritrova solo in diciottesima posizione, con il 34% di praticanti sul totale della popolazione. Una percentuale che ci vede sotto la media dei 27 Paesi, di poco più alta al 38%. Ma il dato più preoccupante è che oltre la metà della popolazione italiana, il 56%, non pratica alcun tipo di attività sportiva neppure saltuariamente, contro una media europea del 45%. Mancanza di tempo (40%), di volontà (27%) e costi eccessivi (10%) sono fra le motivazioni addotte. Chi invece pratica attività di fitness o sportive ha come obiettivo il mantenimento di un buono stato di salute (54%), il miglioramento della propria forma fisica (43%) ma anche quello di rilassarsi e socializzare. Ed è per tutti questi motivi che, in un sondaggio condotto dall’International Fitness Observatory (IFO) e promosso da RiminiWellness, alla domanda: “Ritieni che le attività on-line possano sostituire completamente un vero istruttore”? La risposta data dall’83% degli utenti italiani è negativa.

Cosa fare dunque per favorire lo sviluppo del settore? In attesa dell’entrata in vigore a giugno della Riforma dello Sport in Italia, di cui si parlerà ampiamente durante RiminiWellness 2023, alcune risposte interessanti arrivano proprio dallo studio di IFO, che verrà presentato durante la fiera. Infatti, i club sportivi italiani vedono al primo posto la sinergia con il mondo della salute (medici di base, strutture sanitarie…), indicata dall’80,8% dei partecipanti alla ricerca di IFO. Per il 71,2% occorre poi fare sinergia con il mondo della scuola, per una maggiore cultura del fitness. Anche le agevolazioni per gli anziani e per chi soffre di patologie (70,4%) può contribuire allo sviluppo del settore. Fra le risposte ci sono inoltre: una maggior professionalità e aggiornamento degli staff (indicata dall’69,4%), quello che viene definito un “bonus wellness” ossia agevolazioni fiscali e benefit per chi si iscrive a una struttura (68%), promozioni istituzionali (68%) e maggiori attività di marketing e comunicazione (57%).